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Riafferma, come lo ha fatto nell? " Appello di Valencia" nel 1995, nella
"Dichiarazione di Salonicco" nel maggio 1996, nella "Risoluzione
sull'allargamento dell'Unione Europea" dell'11 dicembre 1997 e sulla base
dei principi della Carta Europea dell'autonomia locale:
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1. | Che gli enti locali e
regionali hanno un ruolo di primo piano nella costruzione dell'Unione
europea e nel processo di allargamento al fine di costruire un'Europa
vicina ai cittadini, forte ed unita, associante l'insieme dei partners
pubblici e privati ad uno sviluppo equilibrato del suo
territorio;
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2.
| Che l'Europa che emerge dall'Agenda 2000
deve essere:
- un' Europa che abbia la capacità di rispondere al
le sfide odierne, ed in particolare al problema della disoccupazione,
preservando e sviluppando il proprio modello di società,
- un' Europa che si appoggi sulla
partecipazione attiva dei suoi cittadini ed incarni i valori della
solidarietà,
- un' Europa che tenga conto della diversità
dei suoi territori e si appoggi sul loro potenziale per tutte le sue
politiche,
- un' Europa le cui politiche si iscrivano
nell'obiettivo dello sviluppo durevole,
- un' Europa che rispetti le pari
opportunità fra uomini e donne in tutti i settori della società e a tutti i
livelli decisionali,
- un' Europa in cui l'allargamento
rappresenta un obiettivo morale, politico ed economico per l'Unione e
costituisce una tappa fondamentale della costruzione comunitaria;
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3. | Che devono essere intraprese delle riforme, prima
dell'allargamento, affinché sia raggiunto un accordo definitivo sui punti
seguenti: ponderazione dei voti al Consiglio, estensione del voto alla
maggioranza, estensione delle procedure di co-decisione, al fine di rendere
possibile il buon funzionamento dell'Europa allargata attraverso un
rafforzamento delle Istituzioni dell'Unione;
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4. | Che il Comitato delle Regioni, il cui ruolo é stato confermato
e rafforzato dal Trattato di Amsterdam, deve essere consultato
obbligatoriamente in tutte le fasi di definizione, riassetto e valutazione
dei fondi strutturali.
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| Visto che:
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| - non potrà essere attuata nessuna
politica strutturale efficace senza la partecipazione attiva degli enti
locali e regionali,
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| - il partenariato nella
gestione e l'applicazione dei programmi strutturali ha funzionato in
passato in modo non perfetto,
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| - gli interventi strutturali devono
essere guidati dal principio di sussidiarietà, correttamente applicato, ed
effettuarsi nel rispetto delle strutture di organizzazione interna dei vari
Stati membri,
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| - le questioni urbane e rurali
devono essere trattate in modo coordinato nelle politiche
strutturali,
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| - la politica urbana, in
considerazione delle caratteristiche e delle problematiche particolari alle
quali sono confrontate le zone urbane, deve essere una priorità a livello
comunitario,
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| - per la loro importanza, una
attenzione particolare deve essere portata allo sviluppo e ai legami con
le zone rurali circostanti delle piccole e medie città,
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| - il successo dell'allargamento
dipende dallo sviluppo della democrazia locale nei nuovi Stati membri e
dall'associazione degli enti locali e regionali liberamente eletti, di
questi paesi, al processo di adesione, affinchè questo sia valutato e
accettato da tutti i cittadini.
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IL CONSIGLIO DEI COMUNI E DELLE REGIONI D'EUROPA RACCOMANDA ALL'UNIONE
EUROPEA CHE:
I - Per quanto riguarda il partenariato:
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1. | Siano stabilite nei
futuri regolamenti dei fondi strutturali delle garanzie reali per
l'attuazione di un partenariato fra la Commissione Europea, gli Stati
membri e gli enti locali e regionali,
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2. | Tale nozione di
partenariato sia compresa come associante, attraverso le autorità
locali e regionali organizzate in un partenariato funzionale, l'insieme
degli attori che partecipano allo sviluppo locale e regionale: settore
pubblico e privato, associativo, partners sociali, università e centri di
ricerca e organizzazioni rappresentative degli enti locali,
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3.
| Sia istituita una nuova forma di
partenariato con le organizzazioni rappresentative degli enti locali e
regionali per assicurare:
- una migliore conoscenza dell'impatto
reale delle azioni strutturali a livello locale e regionale da parte della
Commissione,
- una diffusione delle pratiche esemplari e
dei progetti innovativi sull'insieme del territorio comunitario ed in
direzione degli enti locali e regionali dei futuri Stati
membri,
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4. | Siano messi a punto dei
meccanismi di formazione affinché le azioni innovative e lo
scambio di esperienze, sostenute dai fondi strutturali, fra gli enti
locali e regionali europei permettano a questi di rispondere rapidamente ai
cambiamenti e all'emergenza della società dell'informazione,
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5. | Sia applicato
all'insieme della cooperazione interregionale uno strumento giuridico
specifico, comune a tutte le Direzioni Generali della Commissione
Europea affinchè essa possa svolgere pienamente il suo ruolo di
integrazione e di coesione del territorio europeo.
II - Per
quanto riguarda la politica urbana e rurale:
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1. | L'impatto di uno
sviluppo equilibrato ed armonioso delle zone urbane sul territorio europeo
costituisce un elemento essenziale sia dal punto di vista economico che
sociale. Le questioni urbane sono di un'importanza fondamentale e
devono essere considerate come tali dalla Commissione Europea. Dei
programmi specifici del tipo di " Urban " devono essere sviluppati per
permettere a tutte le città, situate nelle zone eligibili dei Fondi
Strutturali e non, di trattare le loro situazioni specifiche
(rigenerazione, sicurezza, edilizia, occupazione, povertà,...). Le azioni
dell'Unione in questo settore devono essere concepite ed applicate in
partenariato con gli enti territoriali europei. Inoltre, la loro
organizzazione rappresentativa, il CCRE, deve essere associata alla
preparazione e all'organizzazione del prossimo Forum Urbano,
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2. | le questioni di
mantenimento o impiantazione di attività nelle città medie e piccole
devono essere integrate al trattamento della questione urbana a livello
comunitario: la vitalità di queste zone dipende sia dal mantenimento delle
loro attività " urbane " sia da quello delle loro attività
agricole,
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3. | l'interdipendenza fra
mondo rurale e mondo urbano deve essere riconosciuta a livello
comunitario e il coordinamento delle politiche strutturali europee e di
sviluppo rurale (accompagnamento della PAC) deve essere assicurato insieme
ai partners di queste zone,
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4. | la nozione di "zona
elegibile flessibile", luogo di espressione del partenariato funzionale
e di articolazione fra le politiche urbane e rurali deve essere
riconosciuta dalla Commissione Europea come strumento di applicazione delle
politiche strutturali,
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5. | gli indicatori
attuali devono essere completati per valutare l'impatto delle politiche
comunitarie nelle "zone funzionali integrate", nell'obiettivo di prendere
in considerazione tutti i criteri di sviluppo e/o di declino di queste zone
(tasso di disoccupazione, tassi migratori, di creazione di imprese,
povertà, rapporto attivo/inattivo, competitività, disponibilità e qualità
dei servizi pubblici, ecc..),
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6. | in base a tale
valutazione, una certa flessibilità deve essere indotta
nell'attribuzione dei fondi strutturali: durante uno stesso periodo di
programmazione, nuove zone in difficoltà possono apparire, altre zone già
beneficianti di aiuti possono stabilizzarsi. Una parte dei fondi deve
essere riservata a queste misure di aggiustamento,
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7. | gli scambi e la
cooperazione fra gli enti territoriali che godono di aiuti comunitari e
quelli implicati nei Patti Territoriali per l'occupazione devono essere
incoraggiati per un migliore coordinamento ed un impatto massimale di
queste misure,
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8. | l'accesso alle nuove
tecnologie dell'informazione come fattore di integrazione dei
territori deve essere facilitato attraverso un sostegno comunitario, in
particolar modo per le città piccole e medie e le zone con una debole
densità di popolazione.
III - Per quanto riguarda
l'allargamento:
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1. | la necessità di
rafforzare le strutture della democrazia locale nei futuri paesi
membri deve essere integrata al processo di pre-adesione come definito
dalla Commissione e dal Consiglio,
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2. | le politiche di
cooperazione interregionale della Commissione devono integrare fin da
ora un capitolo che permetta agli enti territoriali dei futuri Paesi
membri di ricevere l'informazione e la formazione necessarie per una
partecipazione attiva al processo,
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3. | le politiche di
pre-adesione devono favorire le pari opportunità fra uomini e donne
in tutti i settori e a tutti i livelli decisionali della
società,
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4. | le politiche di
pre-adesione devono rispettare i principi dello sviluppo
durevole,
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5. | una attenzione
particolare deve essere portata sui mutamenti socio-economici a cui
dovranno far fronte le regioni frontaliere degli Stati membri attuali e
futuri. Questi territori devono beneficiare di un sostegno più importante
attraverso le politiche europee di cooperazione transfrontaliera e
interregionale al fine di realizzare gli aggiustamenti necessari
(differenze di livelli di sviluppo, di salari, di movimenti migratori,...)
in queste regioni,
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6. | le associazioni
nazionali rappresentative degli enti territoriali dei paesi candidati, la
maggior parte delle quali partecipano già alle attività del CCRE e sono
cosí informate dei dossiers comunitari e dei lavori del Comitato delle
Regioni, devono essere sistematicamente associate a questi lavori
attraverso uno statuto di osservatori,
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7. | gli Stati in fase di
pre-adesione devono essere invitati dalla Commissione europea a
trasmettere agli enti locali dei loro paesi tutte le informazioni
relative ai negoziati di pre-adesione. Inoltre, questi enti locali
devono essere associati dagli stati membri a questi negoziati per le
questioni che li riguardano,
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8. | lo sviluppo della
società dell'informazione è un potente fattore di integrazione
comunitaria, in particolare per i nuovi paesi membri. La Commissione
Europea deve favorire nei suoi programmi l'accesso degli enti territoriali
dei futuri paesi membri alla società dell'informazione, al fine di ridurre
gli squilibri geografici e compensare l'accesso disuguale dei territori ai
mezzi di comunicazione.
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